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Feudo abbaziale di Moggio (Patriarcato di Aquileia), primavera del 1337. Martino da Fior, uomo di fiducia di un ricco mercante toscano, viene inviato nella parte più estrema del Patriarcato di Aquileia, una regione povera e desolata al confine con le terre imperiali, con un duplice scopo: verificare la possibilità di nuovi rapporti commerciali con quei territori sconosciuti e, nel contempo, indagare, per conto del Patriarca, su un misterioso ed inquietante omicidio. Martino è appena giunto alla sua destinazione quando avviene un secondo, macabro omicidio. Ne seguirà un terzo, a breve distanza di tempo. Il mistero si fa fitto: benedettini, eretici, commercianti e tavernieri, boscaioli ed imprenditori verranno lambiti o pesantemente coinvolti nella vicenda. Il compito di Martino è arduo, ma il coinvolgimento, anche affettivo, nel lavoro d'indagine lo porta a scoprire una società apparentemente rozza, ma ricca di umanità: un mondo concreto, spesso rude e talvolta violento, ma capace di lottare per il bene e la giustizia.